Italia e UE nell'impegno comune per l'implementazione della finanza sostenibile nelle PMI

Approfondimenti 20 Gennaio 2022

Definizione di finanza sostenibile

Tra le iniziative degli organi dell’Unione Europea, la COP26 a Glasgow e le diverse notizie dalle quali veniamo sommersi quotidianamente tramite i media, è difficile non aver mai sentito parlare di finanza sostenibile. Eppure, non tutti sanno darvi una definizione. Semplicemente, secondo la CONSOB, la finanza sostenibile è l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria. Di conseguenza, il suo scopo è l’orientamento dei capitali verso attività che generano un valore economico, ma che anche pone le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) al centro delle decisioni aziendali e di investimento.

In particolare, la sostenibilità è importante per la tutela dell’ambiente in sé, ma anche per gli investitori in quanto il cambiamento climatico rappresenta un considerevole rischio anche per i finanziamenti “tradizionali”. Mentre il mondo finanziario si concentra su un’economia a basse emissioni di carbonio, nuovi modelli di business che si focalizzano sul clima rappresenteranno nuove occasioni di investimento. In più, la crescente importanza della finanza sostenibile non tiene conto soltanto della protezione dell’ambiente, ma anche di valori quali il riconoscimento di un equo compenso ai lavoratori e il rispetto di valori etici e sociali. Di conseguenza, questa costituisce un’importante novità in quanto ambisce di porre il sistema finanziario al servizio del benessere collettivo.

I dati della finanza sostenibile nell'UE

L’interesse per il tema della crescita sostenibile nel mondo finanziario ha riscosso poco interesse nel passato, ma questa tendenza è cambiata negli ultimi anni. Da uno studio della BCE emerge che dal 2015 a oggi le attività gestite dai fondi di investimento ESG e dai Green Bond sono aumentate globalmente di oltre il 170%. Da gennaio a ottobre 2020 in Europa, invece, tali investimenti hanno registrato un risparmio di oltre 150 miliardi di euro, l’80% in più rispetto all’analogo periodo nel 2019. Inoltre, a novembre 2021 in Europa si contavano 3196 fondi ESG, ovvero il 77% del totale degli strumenti di questa tipologia censiti. Secondo l’opinione degli analisti dell’Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria, questa tendenza è destinata a proseguire negli anni.

Per quanto concerne la posizione dell’Unione Europea nella regolamentazione della finanza sostenibile, questa può essere definita un’innovatrice nell’ambito, il che si può evincere da numerose iniziative, prime fra tutte il Green Deal europeo, nuova strategia di finanza sostenibile pubblicata a luglio 2021 e l’emissione di Green Bond. Eppure, malgrado ciò, la messa in atto definitiva della tassonomia delle attività finanziarie sostenibili è prevista per l’anno in corso, che vedrà l’approvazione di ulteriori atti delegati e la definizione di linee guida per analisti, banche e imprese.

Un esempio importante ci viene conferito dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che dovrà essere recepita da parte degli stati membri dell’UE entro il 1 dicembre 2022. Questa direttiva ingloba tutti quei fattori ambientali e sociali che rientrano nella definizione delle caratteristiche ESG, come per esempio la mitigazione del e adattamento al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro, compresa l’occupazione sicura, i salari, il dialogo sociale, l’equilibrio tra vita privata e lavoro, e un ambiente di lavoro sano e sicuro.

Prima di continuare con l’approfondimento dell’analisi, bisogna sottolineare come a giugno 2020 è stato pubblicato il Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili, brevemente chiamato Regolamento Tassonomia.

Per ciò che concerne le ultime decisioni della Commissione Europea in tema di finanza sostenibile, invece, c’è da menzionare in primo luogo la nuova strategia per la finanza sostenibile che specifica alcune iniziative per far fronte ai cambiamenti climatici, aumentando allo stesso tempo gli investimenti e l’inclusione delle PMI europee nella transizione verso un’economia sostenibile.

Questa e numerose altre iniziative evidenziano come l’UE è diventata il leader globale nella definizione di norme internazionali per la finanza sostenibile, con lo scopo di salvaguardare il pianeta, valorizzare il capitale umano e tutelare i contratti, aumentare gli investimenti, e per evitare il prodursi di un ecologismo di facciata.

Finanza sostenibile nelle PMI italiane

Su impulso dell’Unione Europea, la finanza sostenibile si instaura sempre di più anche in Italia. Secondo un’indagine del Forum per la Finanza Sostenibile, la pandemia da COVID-19 ha influito sul mercato SRI (investimenti sostenibili e responsabili) in Italia perché ha cambiato le abitudini finanziarie dei risparmiatori. È stato inoltre sottolineato che il 35% degli imprenditori a capo di aziende ESG ha incrementato la quota di investimenti sostenibili e il 57% pensa di farlo nel prossimo futuro.

Inoltre, nel corso degli ultimi due anni è cresciuta l’attenzione verso la situazione economica in generale, con un focus particolare al profilo di rischio degli investimenti. Di conseguenza, visto che è cresciuta la predilezione per gli investimenti a basso rischio del 23%, per analogia sono aumentati anche gli investimenti ESG, dato che il 64% dei fondi dark green (quelli che più promuovono la sostenibilità) ha un rating compreso tra AAA e AA.

Nonostante l’Italia abbia fatto dei passi da gigante nella finanza sostenibile, soprattutto grazie alle iniziative dell’Unione Europea, le PMI italiane sono ancora in ritardo con la diffusione degli investimenti in aziende che rispettano i parametri ESG. Questo principalmente perché al rallentamento della diffusione di investimenti sostenibili contribuisce la modesta formazione finanziaria di gran parte degli investitori.

Supportare le PMI italiane nella loro trasformazione sostenibile non porta solo a un vantaggio reputazionale, ma anche alla realizzazione di uno scopo superiore, ovvero quello del supporto all’Unione Europea nella creazione di un’economia più verde e inclusiva, ma non solo. Dallo studio condotto dal Forum per la Finanza Sostenibile emerge che le PMI impegnate nei percorsi di rendicontazione della sostenibilità (55% del totale) hanno osservato effetti positivi per questa scelta, anche in termini di capacità di attrarre nuovi clienti e accedere a nuove linee di credito.

Rating ESG

Un ultimo aspetto che va preso in considerazione quando parliamo del margine di miglioramento dell’implementazione della finanza sostenibile nelle PMI italiane è il rating ESG. Purtroppo, non basta la valutazione odierna, ci vuole maggiore disponibilità di informazioni, nonché linee guida e standardizzazione. Ad esempio, spesso succede che i rating ESG relativi alle singole aziende fanno riferimento a metodologie disomogenee e risultano poco correlati tra di loro. Anche in questo caso sarebbero opportuni interventi di carattere normativo e iniziative sia da parte delle PMI che delle agenzie di rating.

Visto che gli investitori hanno bisogno di strumenti che possano aiutare loro a identificare rischi di carattere ESG all’interno delle aziende di loro interesse e comparare queste ultime tra di loro e tra i vari settori, dal 2022 i clienti di modefinance avranno a disposizione strumenti all’avanguardia, sempre più focalizzati anche sulla sostenibilità a 360°, nonché di valutazioni di Rating ESG in grado di fornire una fotografia completa delle imprese in merito ai temi di governance, responsabilità sociale e impatti ambientali. Queste valutazioni di rischio, combinate con l’analisi del rischi di credito “tradizionale”, forniscono al cliente una visione nettamente più ampia del rischio che andrà a correre qualora decidesse di investire in un determinato ente.

La presentazione e l’analisi dei dati che ci sono stati forniti dagli organi dell’Unione Europea e dal Forum per la Finanza Sostenibile italiano hanno fornito diversi spunti incoraggianti sullo sviluppo della finanza sostenibile nell’Unione Europea e in Italia. Per quanto l’Italia abbia bisogno di dedicare ancora tanto impegno alle proprie PMI in modo che queste possano raggiungere gli standard europei, ci è stato possibile comprendere che negli ultimi anni e, in particolar modo, durante la pandemia sono stati compiuti dei passi da gigante nel contesto preso sotto analisi.